In Africa, nonostante l’arte rupestre sahariana fornisca un eccezionale testimonianza delle attività pastorali del neolitico (compresa la mungitura), i problemi legati alle datazioni delle stesse ne hanno sempre impedito un uso sperimentalmente valido. Ma ora le ricerche archeologiche condotte dall’università di Bristol, con la partecipazione delle università di Milano e Sapienza di Roma, presso il villaggio neolitico di Takarkori (Libia) hanno permesso il rinvenimento delle più antiche tracce di latte mai trovate in Africa.
La scoperta, pubblicata sul numero della rivista Nature del 21 giugno 2012, testimonia l’elevato sviluppo sociale ed economico raggiunto dai pastori del Sahara centrale nel neolitico medio. I reperti raccolti dalla missione della Sapienza negli ultimi anni nel deserto del Sahara sono molte, e includono resti di accampamenti, monumenti funerari e naturalmente la formidabile arte rupestre. Proprio le pitture parietali del Tadrart Acacus, patrimonio mondiale Unesco dal 1985, raccontano nei dettagli la vita dei pastori africani, i loro spostamenti, le cerimonie e la mungitura del bestiame.
Pastorizia nel Sahara di 7.000 anni fa
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