La Grecia celebra le sue prime monete

Nel 2021 la Grecia ha emesso due monete in onore delle sue prime emissioni numismatiche. Le prime monete greche risalgono alla guerra di indipendenza combattuta contro i turchi (a questo conflitto è dedicato il 2 euro commemorativo 2021).
Entrambe le monete hanno valore nominale di 5 euro e sono in cupronickel. Disegnate da Giorgios Stamatopoulos, le monete pesano 9 grammi ed hanno un diametro di 22,5 millimetri. La tiratura è di 125.000 esemplari per ogni tipologia. Al dritto le monete presentano lo stesso disegno (vedi terza immagine).

La prima moneta celebrata è la fenice d’argento.
Il 18 aprile 1828 l’Assemblea Nazionale greca elesse il primo presidente del paese: il conte Giovanni Capodistria. Una delle prime misure da lui adottate fu l’emissione di una valuta nazionale. Con ciò si voleva facilitare l’organizzazione del nuovo stato, affermare la sua indipendenza e sostituire le valute straniere che circolavano nel paese.
Così il 29 luglio 1828 fu creato il primo sistema monetario greco moderno; era basato sulla fenice, che si divideva in 100 lepta. Le prime fenici d’argento furono coniate il 27 giugno 1829 ad Egina, nel cortile della casa di Capodistria, sotto la supervisione di Alexandros Kontostavlos. Fu utilizzata una pressa del 1530, venduta alla Grecia dai Cavalieri di San Giovanni di Malta. I primi conii furono incisi dall’orafo Hatzi-Grigoris Pyrovolistis, sostituito successivamente da Georgios Papakonstantopoulos, Georgios Dimitrakopoulos e Dimitrios Kontos.
La valuta prende il nome dalla mitica fenice, l’uccello che risorge dalle sue ceneri, scelto come simbolo della rinascita della Grecia. Il dritto della moneta raffigura la fenice, con le ali spiegate e lo sguardo rivolto alla Croce e ai raggi dello Spirito Santo. Vi è poi la legenda ΕΛΛΗΝΙΚΗ ΠΟΛΙΤΕΙΑ (“Stato greco”). Sotto, i numeri delle lettere greche αωκα΄ corrispondono all’anno 1821.
Al rovescio, riprodotto sulla presente moneta, vi è la denominazione (1 ΦΟΙΝΙΞ) all’interno di una corona di alloro e olivo. Vi sono poi la legenda ΚΥΒΕΡΝΗΤΗΣ Ι.Α. ΚΑΠΟΔΙΣΤΡΙΑΣ (“Governatore I.A. Capodistria”) e il millesimo 1828.

Invece la seconda moneta ad essere omaggiata è la dracma.
Ai sensi della convenzione di Londra, firmata il 7 maggio 1832, la Grecia divenne una monarchia indipendente sotto la protezione di Regno Unito, Francia e Russia. Nello stesso anno salì al trono il primo re: il tedesco Ottone di Wittelsbach.
Proprio un decreto di Ottone, firmato l’8 febbraio 1833, la dracma sostituì la fenice; lo stesso decreto prescriveva l’emissione di monete in oro, argento e rame. La nuova dracma d’argento pesava 4,477 grammi, di cui 4,029 di argento e 0,448 di rame. Le prime dracme riportano l’anno 1832, perché erano state coniate prima del decreto dalla zecca di Monaco di Baviera.
La zecca di Atene iniziò ad operare nel 1836, ma fino al 1841 coniò solo i sottomultipli in rame della dracma; la produzione delle monete in argento iniziò nel 1842. Le dracme d’oro venivano coniate solo in grandi tagli (20 e 40 dracme), in tiratura limitata.
Nell’agosto 1833 fu vietato agli uffici delle entrate pubbliche di accettare la valuta ottomana. Il regio decreto del 12 luglio 1843 concesse il diritto esclusivo di emettere banconote in dracme alla neonata Banca Nazionale di Grecia; essa mantenne questo privilegio fino al 1928, quando fu istituita la Banca di Grecia.