Cina: come identificare una moneta Qing

La dinastia Qing fu l’ultima della lunga storia dell’impero cinese; era originaria della Manciuria e fu fondata dal clan degli Aisin Gioro. Shunzhi, il primo imperatore Qing, salì al trono nel 1644, dopo che suo padre Abahai invase la Cina e spodestò l’ultimo imperatore Ming.
La storia della dinastia Qing coincise con il declino dell’impero; infatti dopo il regno di Qianlong (1735-1796), che segnò l’apogeo della dinastia, gli stati europei imposero il sistema delle concesioni che fu alla base della penetrazione economica occidentale che destabilizzò pesantemente l’assetto socio-economico tradizionale. Poi la Cina dovette affrontare le due guerre dell’oppio (1839-1842 e 1856-1860), la guerra civile contro i Taiping (1851-1864, che favorì l’emigrazione verso la California), la sconfitta nella prima guerra sino-giapponese (1894-1895) e la rivolta dei Boxer (1899-1901). La fine della dinastia coincise con quella dell’impero: il 12 febbraio 1912 fu siglato l’atto di abdicazione dell’imperatore bambino Pu Yi.

I cash degli imperatori Qing, così come quelli delle dinastie precedenti, erano tutti prodotti per fusione. Solo a partire dagli anni ’90 dell’Ottocento alcune zecche iniziarono a produrre i cash tramite coniazione; addiritura la zecca di Canton divenne la più grande al mondo per numero di presse (ben novanta). Vennero prodotte anche monete di tipo occidentale, ovvero non forate, ma in questo articolo non ce ne occupiamo; del periodo Qing si ricordano anche le monete occidentali contromarcate in Cina.
Dei cash Qing esistono molte varianti, ma questa breve guida permette anche a chi non è specializzato in monete cinesi di capirne almeno i dati essenziali: imperatore e zecca. Non è possibile risalire all’anno esatto di produzione, visto che le monete non sono datate.

Iniziamo con l’analizzare il dritto per riconoscere l’imperatore che ha emesso la moneta.
A partire dalla dinastia Tang (618-907 d.C.) il dritto dei cash presenta quattro caratteri (prima erano solo due), che si leggono in quest’ordine: alto-basso-destra-sinistra. Sulle monete Qing i primi due caratteri (alto e basso) indicano il nome di regno dell’imperatore, mentre i caratteri laterali sono sempre uguali: Tong Bao, ovvero “moneta universale”.
Ecco come si presenta il dritto delle monete dei vari imperatori Qing:

 

Shunzhi (1644-1661)

 

Kangxi (1662-1722)

 

Yongzheng (1723-1735)

 

Qianlong (1736-1796)

 

Jiaqing (1796-1820)

 

Daoguang (1821-1850)

 

Xianfeng (1851-1861)

 

Tongzhi (1862-1875)

 

Guangxu (1875-1908)

 

Xuangtong (1909-1912)

Passiamo ora ad analizzare il rovescio per interpretare il segno di zecca e quindi capire quale sia l’officina di emissione. Le monete Qing si distinguono da quelle di altre dinastie perché al rovescio (con la parziale eccezione di alcune monete dei primi due imperatori: Shunzhi e Kangxi) appare una particolare leggenda in lingua mancese, assente nelle monete di tutte le altre dinastie: boo (ovvero “moneta”) e il primo carattere del nome della provincia di emissione. Siccome in ogni provincia vi era una sola zecca (tranne che nello Yunnan), è facile risalire alla città in cui fu prodotta la moneta.
Sui nominali più alti (da 5 a 1000 cash) il rovescio può presentare anche quattro caratteri, ma il segno di zecca è uguale a quello delle monete da un cash. Quindi in questa sede per semplicità riportiamo solo il retro dei nominali da un cash.
Va detto che alcune monete prodotte nel Xinjiang presentano delle datazioni false: siccome la provincia, conquistata da Qianlong nel 1758, fu spesso scossa da ribellioni che la affrancarono per lunghi periodi dal controllo dei Qing, questi ultimi nell’Ottocento produssero nelle zecche della provincia delle monete a nome degli imperatori passati. Il motivo? Far credere ai sudditi che la dinastia Qing avesse sempre mantenuto un saldo controllo sul Xinjiang.

Nell’immagine: i diversi segni di zecca che si possono incontrare sui cash degli imperatori Qing.

cina_segni_qing