Ungheria, due monete per la Bolla d’oro

Andrea II fu re d’Ungheria dal 1205 al 1235. Il suo regno fu da subito caratterizzato da enormi spese, molte delle quali sperperate in progetti stravaganti; inoltre cedette importanti territori ai nobili che lo sostenevano.
Questi due fattori resero per la prima volta la corona dipendente dalla nobiltà per il proprio mantenimento. Per giunta gli aristocratici non avevano alcun rispetto per la famiglia reale; basti pensare che la prima moglie di Andrea II, Gertrude di Merania, fu uccisa nel 1213 da alcuni nobili ribelli.

Con l’Ungheria già sull’orlo del disastro economico, nel 1217 Andrea II partecipò alla quinta crociata, sperando di essere eletto imperatore latino di Costantinopoli. La crociata non era popolare in patria ma il re arruolò comunque 15.000 uomini, che si imbarcarono a Venezia per andare in Terrasanta. Ma la guerra terminò con la vittoria islamica.

Tornato in patria, Andrea II dovette fronteggiare una situazione peggiorata e quindi l’ostilità dei nobili. Questi ultimi nel 1222 lo costrinsero ad emanare una Bolla d’oro, ovvero un documento che poneva limiti al potere regio; venne chiamato la “Magna Charta di Ungheria”, perché il contenuto era simile all’analogo documento inglese emanato appena sette anni prima.

Con questa legge i nobili non potevano più essere arrestati arbitrariamente, furono esentati dal pagamento delle tasse e non avevano più l’obbligo di seguire gratuitamente il re in guerra. Inoltre ottennero il monopolio sulla riscossione di imposte e pedaggi, nonché alcuni privilegi sul diritto ereditario. Fu infine stabilito il diritto di resistenza qualora Andrea II o un suo successore non avessero rispettato questa legge.
Del documento vennero stilate sette copie, ciascuna sigillata con la Bolla d’oro. Le copie furono poi inviate a sette destinatari diversi, tra cui il papa, i Templari, alcuni arcivescovi e lo stesso re.

Nel 2022 l’Ungheria ha commemorato gli 800 anni della Bolla d’oro emettendo due monete, entrambe opera dell’artista Zoltan Endrody. Si tratta di una coppia molto particolare, visto che una moneta è molto larga e pesante, mentre l’altra è decisamente piccola. Ecco i dettagli:

  • 5.000 fiorini in lega di rame (63%) e nickel (37%): pesa ben 117,5 grammi ed ha un diametro di 67 millimetri. La tiratura è di 10.000 esemplari. Raffigura al dritto una parte del documento sigillato dalla Bolla d’oro, mentre il rovescio riproduce l’altro lato del sigillo;
  • 10.000 fiorini in oro puro: pesa appena mezzo grammo ed è larga solo 11 millimetri; anch’essa è stata emessa in 10.000 esemplari. Raffigura su ogni faccia un lato del sigillo.