Moneta d’argento per Max Frisch

BERNA – Per il centenario della nascita di Max Frisch la Zecca federale Swissmint ha emesso una moneta commemorativa d’argento che è stata presentata giovedì. Opera dell’artista losannese Daniel Frank, essa raffigura il celebre scrittore e ha un valore nominale di 20 franchi. Swissmint, inoltre, sempre oggi ha inaugurato una nuova serie di monete commemorative sul tema delle usanze svizzere. Come primo soggetto è stato scelto il Mercato delle cipolle di Berna.

Fonte: http://plus.cdt.ch/

Cliccate sull’immagine per ingrandirla

Peso: 20 grammi
Titolo: argento 835/1000
Tiratura: 50.000 pezzi

Max Frisch (Zurigo, 15 maggio 1911 – Zurigo, 4 aprile 1991) è stato uno scrittore e architetto svizzero.
Figlio dell’architetto Franz Bruno Frisch e di sua moglie Karolina Bettina, nel 1930 si iscrisse all’Università di Zurigo in germanistica, ma dopo la morte del padre nel 1932 dovette interrompere gli studi per motivi finanziari, e iniziò a lavorare come corrispondente per il giornale Neue Zürcher Zeitung.
Tra il 1934 ed il 1936 intraprese molti viaggi per l’est ed il sud-est d’Europa. Il suo primo viaggio in Germania lo fece nel 1935.
Dal 1936 iniziò lo studio di architettura presso l’università tecnica di Zurigo (ETH Zürich: Eidgenössische Technische Hochschule Zürich), laureandosi nel 1942.
Dopo che nel 1942 vinse un concorso di architettura della città di Zurigo per la pianificazione e costruzione di una piscina comunale, che oggi porta il suo nome (Max-Frisch-Bad), aprì il suo studio di architettura. Sempre nello stesso anno sposò Gertrud Constanze von Meyenburg. Nel 1943 nacque la figlia Ursula e nel 1944 il figlio Hans Peter.
Nel 1947 incontrò Bertolt Brecht e Friedrich Dürrenmatt. Nel 1951 una borsa di studio della Fondazione Rockefeller gli permise di trascorrere un anno negli Stati Uniti. Nel 1954 si separò dalla sua famiglia, e dopo aver chiuso il suo studio di architettura nel 1955 iniziò a lavorare come libero scrittore.
Amante della cultura italiana e del suo popolo, visse a Roma e in Ticino, è autore della famosa citazione inerente al periodo della grande emigrazione italiana in Svizzera: Volevamo braccia, sono arrivati uomini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.