N-08 – La campagna d’Italia

Alla fine del 1795, Napoleone cambia il suo cognome (Buonaparte) in Bonaparte.
Il 2 marzo 1796 Napoleone viene nominato comandante supremo dell’Armata d’Italia, che era destinata (nelle intenzioni del Direttorio) a condurre un’offensiva secondaria, mentre le migliori truppe avrebbero attacato sul fronte renano dove si sarebbe scatenata l’offensiva principale.
A disposizione di Napoleone furono messi 38.000 soldati poco addestrati, male equipaggiati, inesperti e insofferenti alla disciplina. I cavalli erano, per la maggior parte, malati. Il cibo e i soldi erano scarsissimi; non c’è nemmeno un reparto di artiglieria: ha in tutto 24 piccoli cannoni da montagna.
Napoleone scrive al direttorio: “quello che esigete da me sono miracoli, ed io non li posso fare”.

Il 9 marzo sposa la bella trentaduenne creola Giuseppina Tascher de la Pagerie, nata in Martinica e vedova del generale Beauharnais.

Due giorni dopo inizia la campagna d’Italia:
12 aprile 1796: vittoria sugli austriaci a Cairo Montenotte; nei giorni successivi, vittorie a Millesimo e Dego.
28 aprile 1796: armistizio di Cherasco (con il Piemonte): la Francia acquisisce Nizza e l’alta Savoia.
10 maggio 1796: vittoria sugli austriaci a Lodi. Napoleone partecipa alla battaglia in prima linea. “Soltanto la sera della battaglia di Lodi, nella campagna d’Italia, mi sono sentito un uomo superiore, che ero stato chiamato a fare grandi cose”.
15 maggio 1796: Napoleone entra trionfalmente in Milano, accolto come un liberatore. Stessa accoglienza a Pavia e a brescia, dieci giorni dopo.
4 giugno 1796: dopo essere avanzato ancora, Napoleone assedia Mantova. Nello stesso giorno, punisce dei soldati colpevoli di saccheggio.
Poi vince tante battaglie minori.Il 17 novembre 1796 vince la mitica battaglia di Arcole: il suo migliore reparto avanza sul ponte ma, giunto nel mezzo il primo gruppo è falciato dal fuoco austriaco; quelli che seguono si fermano esitanti. Improvvisamente dal gruppo parte al galoppo un cavallo con sopra un audace cavaliere, raccoglie la bandiera per terra, prosegue la galoppata e la pianta alla fine del ponte, come segno inequivocabile di conquista; tutti gli altri galvanizzati da simile audacia, in un lampo lo seguono. Su quel cavallo c’era Napoleone Bonaparte. “…se alla Battaglia di Lodi ebbi la sensazione che ero stato chiamato a fare grandi cose, ad Arcole non ebbi più il minimo dubbio”.

Qui sotto: l’obelisco che commemora i fatti di Arcole. Si trova proprio dove era il ponte conquistato da Napoleone.

Nei primi mesi del 1797, poi, ricacciò gli austriaci fino a Vienna.
Il 17 aprile 1797 i contadini e gli artigiani veronesi si sollevano contro i francesi (rivolta delle “pasque veronesi“), uccidendo soldati e malati presso un ospedale francese. La città è sotto il formale controllo di Venezia che, a seguito di questi fatti, riceve un ultimatum che viene accettato: anche la Repubblica Serenissima capitola. A Venezia si insediò un governo democratico e filo-francese. Il popolo veneziano commenta così: “Gli aristocratici hanno calato le braghe”.
Il 9 luglio 1797 nasce la Repubblica Cisalpina.
Qui sotto: la bandiera della neonata repubblica (il primo tricolore).

Il 17 ottobre 1797 viene siglato il trattato di Campoformio: il Veneto viene ceduto agli Austriaci in cambio dei Paesi Bassi e la riva sinistra del Reno. La Campagna d’Italia è finita.

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