I soldi falsi ormai invadono il mercato

I soldi falsi ormai invadono il mercato, la banconota più taroccata è quella da 20 euro
Sono sempre di più quei cittadini che si ritrovano a contatto con la carta moneta fittizia

di Jacopo Della Porta

REGGIO EMILIA (8 novembre 2010) –
“Questa banconota è falsa”. La commessa del supermercato lo dice mentre ti scruta per capire se sei in buona fede oppure un potenziale spacciatore di valuta falsa. Secondo l’adagio popolare l’abito non fa il monaco, ma nella realtà di tutti i giorni l’apparenza, vale a dire accento e modo di vestire, possono fare la differenza tra una telefonata ai carabinieri o una benevola e informale restituzione della banconota in questione. La procedura standard per questi casi prevede che siano informate le forze dell’ordine, che poi decideranno se formalizzare nei confronti della persona una denuncia “per spendita di banconote false” o nel migliore dei casi di “spendita di banconote falsificate ricevute in buona fede”. Buona fede che però non salva da una denuncia.
“Succede spesso. Sempre più spesso –  conferma la cassiera del supermercato dove è avvenuta questa scena – I pezzi da 50 e quelli da 20 sono quelli che ritiriamo più di frequente, ma è capitato di trovare anche i 5 o i 100”.
In mezzo a tante persone in buona fede ci sono anche gli spacciatori veri e propri, come quelli fermati una settimana fa a Rubiera dai carabinieri e trovati in possesso di 4.500 euro falsi. In questi anni un nutrito numero di persone è stato denunciato o condannato a Reggio per questo reato (spesso si trattava di immigrati italiani o stranieri).
Fino ad ora le forze dell’ordine non hanno mai trovato una zecca clandestina sul nostro territorio: non è escluso che ce ne siamo ma gli investigatori ritengono che la produzione vera e propria sia svolta nelle regioni dove è storicamente radicata la criminalità organizzata.

MONETINE TAROCCATE –
Negli ultimi anni i falsari si sono progressivamente spostati sui tagli più piccoli, che hanno una maggiore possibilità di essere spacciati: i 20 euro taroccati sono quelli maggiormente in circolazione rispetto agli altri tagli.
I falsari si sono concentrati anche sulle monete, come ha constatato di persona Salvatore, un reggiano di 33 anni. “L’altro giorno ho inserito 50 centesimi nella macchinetta del caffè in ufficio – ma la macchinetta non li prendeva. Dopo molti tentativi ho deciso di controllare la moneta in modo accurato. A quel punto mi sono reso conto che il disegno era leggermente diverso da quello delle altre monete. Da un’analisi più attenta ho constatato che anche il metallo era differente e tendeva anche a sporcarsi di più. Chi lo avrebbe mai detto che falsificano anche i 50 centesimi? Per scherzo li ho dati anche al mio amico barista per pagare la consumazione e anche lui non si è accorto di nulla. Poi gli ho chiesto se notava qualcosa di strano e quando gli ho rivelato che erano 50 centesimi falsi è caduto dalle nuvole e non riusciva a capire in cosa fossero diversi da quelli veri. Mi ha detto: Chissà quanti me ne hanno dati di falsi”. Eppure lui di soldi ne maneggia tanti ogni giorno”.
Chi ha deciso di realizzare un profitto con la contraffazione delle monete ne deve aver prodotta una grande quantità: altrimenti il gioco non varrebbe la candela. Del resto nel solo 2007 in Italia sono state ritirate quasi 100mila monete false.
In passato a Reggio i carabinieri avevano scoperto alcune persone che usavano monete false per comprare le sigarette: i soldi falsi avevano un peso e una forma uguali a quelli veri, anche se i falsari non si erano preso la briga di riprodurre il disegno, dal momento che lo scopo era soltanto quello di raggirare i sensori dei distributori.

RICEVUTI E RIFILATI –
Benzinai, baristi, cassieri e commercianti in genere, tutti i giorni si trovano a fare i conti con il problema dei soldi falsi e ormai molti di loro li riconoscono appena li toccano, senza nemmeno guardarli. Ma in certe situazioni, specie di grande affollamento, lo spacciatore può avere successo e riuscire a piazzare qualche pezzo, nonostante ormai nei negozi i verificatori siano molto diffusi.
Gli esercenti più onesti li ritirano dalla circolazione, altri a loro volta li rifilano a qualche malcapitato. “Un giorno in tabaccheria – racconta la 28enne Francesca – mi hanno dato 5 euro palesemente taroccati. A quel punto ho deciso su due piedi di usarli nuovamente per comprare un altro pacchetto di sigarette e ho visto che ci è rimasto male”.
Altre volte i falsi arrivano da chi meno te lo aspetti: le banche. Lo racconta un guastallese di 36 anni. “Mi è capitato di fare spesa e di sentirmi dire che i 20 euro erano falsi. Una situazione decisamente imbarazzante. Per fortuna non mi hanno denunciato. Tornato a casa mi sono messo a pensare a dove potevo aver preso la banconota. E alla fine la risposta è stata una sola: dal bancomat”. Dal bancomat? “Capisco, suona strano – continua il guastallese –  ma ne sono certo al 100%. Perché? Facile. Al sabato avevo ritirato 210 euro perché non avevo nemmeno un centesimo. Poi al lunedì sono andato a fare la spesa e in quel momento avevo ancora tutti i 210 euro”. A quel punto lo sfortunato cliente cosa può fare? “Davvero poco. Adesso però quando ritiro i soldi li controllo davanti al bancomat. La prossima volta se esce ancora una banconota falsa chiamo i carabinieri”.
Il fenomeno è stato segnalato e denunciato in più occasioni e chi lavora in banca lo conosce. “Può capitare – dice un funzionario di banca – Da noi i bancomat vengono caricati da una società che si occupa del trasporto dei valori. Dunque se c’è una contestazione il problema è loro. In altri istituti invece il compito di caricare il bancomat spetta al cassiere”.
Abi e Banca d’Italia nei mesi scorsi erano intervenute sul problema e si erano limitate a dire che comunque “non sono casi frequenti”. Frequenti o meno che siano questi episodi accadono e talvolta all’ignaro cittadino che li ritira può capitare anche di essere denunciato, come avvenuto in Liguria non molto tempo fa.

OCCHIO AI 20 EURO –
Negli ultimi anni, dicono le statistiche, le banconote da 20 euro sono diventate quelle più falsificate. Nel 2009 i 20 euro falsi recuperati sono stati 100.802, più del 62% del totale, mentre i biglietti da 50 e da 100 tolti dalla circolazione sono stati pari rispettivamente a 30.579 e 30.097. I tagli da 20, 50 e 100 euro rappresentano quindi da soli il 99% delle preferenze dei falsari in Italia, come nel resto di Eurolandia dove in totale sono stati riconosciute false 860 mila banconote (163.420 in Italia).
Nel secondo semestre del 2009 la Banca centrale europea ha rilevato nel vecchio continente un incremento delle banconote false in circolazione dell’8% rispetto al primo semestre 2009 (che a sua volta aveva segnato un incremento del 17% rispetto ai mesi precedenti). Nel periodo di riferimento le banconote ritirate dalla circolazione sono state 447mila. La falsificazione riguarda ovviamente una piccola percentuale delle 13 miliardi di banconote in circolazione. I sequestri però sono aumentati in modo considerevole se si pensa che nel primo semestre del 2007 i pezzi ritirati dalla circolazione erano stati 265mila, mentre l’anno scorso sono stati quasi il doppio. Una vera e propria invasione, i cui effetti sono visibili ogni giorno anche nella nostra provincia.

Fonte: http://www.ilgiornaledireggio.it/
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