LA STORIA
Kiautschou (o Jiaozhou) è stata una colonia tedesca in Cina, esistita dal 1898 al 1914. Era situata lungo la costa meridionale della provincia dello Shandong e si estendeva per 552 km²; aveva per capitale la città di Tsingtao (oggi traslitterata come Qingdao).
L’uccisione di due missionari tedeschi, avvenuta il 1° novembre 1897, rappresentò per l’imperatore Guglielmo II il pretesto per autorizzare l’occupazione militare della baia, su cui la Germania aveva messo gli occhi da lungo tempo. I soldati tedeschi sbarcarono nella baia il 14 novembre successivo e presero possesso del territorio senza incontrare alcuna resistenza. I cinesi tentarono la via diplomatica, ma il 6 marzo 1898, l’Impero Tedesco ottenne in concessione dal governo di Pechino la baia per 99 anni.
La nuova concessione non fu posta sotto l’amministrazione del Deutsches Kolonialamt (l’ente coloniale tedesco), bensì sotto il Reichsmarineamt. Fu un caso unico tra le colonie tedesche, a dimostrazione della grande importanza commerciale e militare che si attribuiva alla nuova “vetrina sull’Estremo Oriente”.
La Germania vi costruì un porto, delle canalizzazioni, degli impianti di potabilizzazione, il birrificio omonimo (la birra Tsingtao esiste ancora oggi), molti palazzi e un’università, oltre ai necessari collegamenti ferroviari e telegrafici. Prima dell’arrivo dei tedeschi il territorio contava circa 83.000 abitanti, ma la buona amministrazione tedesca fece aumentare di molto il loro numero. Infatti nel 1914 la sola capitale aveva più di 200.000 abitanti.
Allo scoppio della prima guerra mondiale il governo tedesco decise subito che quella colonia si sarebbe dovuta difendere da sola (vi erano presenti 4.800 soldati), perché preferì non distogliere forze preziose dall’Europa. A quel punto il Giappone decise di approfittarne e già il 10 agosto 1914 pose un ultimatum alla guarnigione tedesca, che non rispose. Così il 27 agosto iniziò l’assedio anglo-giapponese, in cui ben 60.000 uomini circondarono la colonia. I tedeschi resistettero valorosamente ma, una volta finite le munizioni, dovettero arrendersi. Così, dopo aver affondato la propria flotta e distrutto l’artiglieria, il 7 novembre 1914 i tedeschi si arresero all’esercito giapponese. Alla fine della guerra il Trattato di Versailles (1919) assegnò ufficialmente l’ex concessione tedesca al Giappone, sotto il quale rimase fino al 1922 quando, su pressione degli Stati Uniti, fu restituita alla Cina.
LE MONETE
La storia numismatica di Kiautschou fu sicuramente la più vivace fra tutte quelle delle concessioni occidentali in Cina; è costituita da monete, gettoni e banconote.
Iniziò nel 1899, quando furono punzonati i talleri di Maria Teresa datati 1780. Infatti sul busto dell’imperatrice venne applicata una contromarca comprendente due caratteri cinesi. Con tale operazione venne dato a tali monete il valore legale di 5 marchi tedeschi.
Nell’ottobre del 1909 l’amministrazione tedesca coniò due monete in cupronickel, che circolarono solo all’interno della colonia.
La moneta da 5 centesimi (pari a 5 fen) pesa 3 grammi ed ha un diametro di 18,5 millimetri; invece quella da 10 centesimi (pari a 1 jiao) pesa 4 grammi ed è larga 21,5 millimetri. Le due monete presentano lo stesso disegno, ispirato alle monete d’argento emesse dalla dinastia Qing, ma l’aquila tedesca sostituisce il drago imperiale cinese. Il dritto con l’aquila è opera di Otto Schultz, mentre il rovescio con gli ideogrammi cinesi fu inciso da Paul Sturm.
Queste due monete furono emesse per far fronte alla confusione che si era creata per cambiare le monete messicane da 8 reales (che erano le più usate dai commercianti cinesi) e il marco tedesco. Le due monete potevano essere cambiate presso la Deutsch-Asiatische Bank, che aveva l’obbligo di cambiarle senza alcun limite. Inoltre l’amministrazione tedesca non poteva mai rifiutare di ricevere queste monete per transazioni entro i 3 yuan.
Nel convulso 1914 uno o più commercianti di Tsingtao emisero dei gettoni di emergenza per facilitare i commerci. Hanno valore nominale di 1, 5, 10 e 30 pfennig e non riportano l’anno di emissione.
Quello da 1 riporta al dritto solo la legenda “1 PFENNIG P.H.” e il numero 1 al rovescio. È in rame ed è largo 17 millimetri.
Invece i restanti gettoni hanno tutti lo stesso disegno: al dritto la legenda “WERT-MARK P.H. 5/10/30 PFG” e al rovescio il ritratto frontale di un uomo in uniforme. Sono tutti in ottone (spesso placcato in nickel) e larghi 21,5 millimetri.
Esistono anche dei gettoni da usare nel casinò riservato agli artiglieri della Marina Militare tedesca. Si tratta di gettoni in ottone, non datati, da 5 e 10 (centesimi?); presentano la stessa legenda, ovvero KANTINE MATR. ARTL. ABTLG. KIATSCHOU (Kantine Matrosenartillerieabteilung Kiatschou).
Nel 1914 l’artiglieria della Marina comprendeva solo quattro compagnie, per un totale di poche centinaia di uomini.
Nella colonia sorgeva anche un lebbrosario, per il quale fu emesso un gettone da 20 pfennig per la circolazione interna. È in ottone, pesa 3,54 grammi ed è largo 23 millimetri. La legenda recita KANTINE GOUVERNMENTS LAZARETT TSINGTAU. Non si conosce l’anno di emissione.
Dal 1907 al 1914 furono emesse anche diverse banconote, denominate sia in dollari cinesi che in tael (un’unità di peso cinese). I biglietti furono emessi dalla Deutsche-Asiatische Bank sia a Tsingtao che in altre città (Pechino, Hangkow, Tientsin e Shanghai).