Saffo (630-570 a.C.) è stata una poetessa greca. Era originaria di Ereso, città dell’isola egea di Lesbo.
Gli studiosi della biblioteca di Alessandria suddivisero l’opera della poetessa in otto o forse nove libri, organizzati secondo criteri metrici. Di questa produzione ci rimangono oggi pochi frammenti: l’unico componimento conservatoci integro dalla tradizione è il cosiddetto “Inno ad Afrodite”.
La lirica di Saffo rientra nella melica monodica, dove la poetessa esprime le proprie emozioni a divinità o ad altri esseri umani. In effetti, Saffo offre un’immagine semplice ma appassionata dei sentimenti dell’io lirico, dove l’amore ha un ruolo da protagonista e in cui il ricordo delle emozioni passate ne suscita nuove altrettanto forti.
Gli antichi furono concordi nell’ammirare la sua maestria. Ad esempio il suo contemporaneo Solone, dopo aver ascoltato in vecchiaia un carme della poetessa, disse che a quel punto desiderava due sole cose: impararlo a memoria e morire.
Il poeta Anacreonte, vissuto una generazione dopo Saffo (a metà del VI secolo a.C.), sostenne che la poetessa nutrisse un amore omosessuale per le fanciulle che educava alla musica, alla danza e alla poesia.
La parola “lesbico/a” deriva dal nome dell’isola natale di Saffo. Invece il nome della poetessa ha dato origine alla parola “saffico”; tale termine non è stato applicato all’omosessualità femminile prima del XIX secolo.
Nel 2017 la Grecia dedicherà a Saffo una moneta da 10 euro in argento 925. Pesante 34,10 grammi, la moneta ha un diametro di 40 millimetri ed una tiratura di 2.000 esemplari in versione proof.
È stata disegnata dall’artista Giorgios Stamatopoulos e raffigura un antico busto di Saffo conservato nei Musei Capitolini di Roma.