La Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma dedica una grande mostra a Nerone, confermando così un ciclo espositivo incentrato sulle figure degli imperatori e cominciato nel 2009 con Vespasiano.
La mostra, che si terrà dal 12 aprile al 18 settembre 2011, si articola attraverso un suggestivo percorso che inizia dalla Curia Iulia con i ritratti dell’imperatore e della famiglia e la leggenda nera: Nerone nella pittura storica, con dipinti e sculture di età moderna che ne dimostrano la fama nei secoli. Si prosegue nel tempio di Romolo con un video wall dove viene proiettata un’antologia cinematografica che ha come protagonista Nerone nelle celebri interpretazioni, solo per citarne alcune, di Petrolini, Peter Ustinov e Alberto Sordi. Nel Criptoportico neroniano si affronta il tema del lusso nei palazzi neroniani e la propaganda attraverso iscrizioni e rilievi che ne raccontano le gesta. Nel Museo Palatino è illustrata la fastosità della Domus Transitoria, il palazzo costruito da Nerone prima dell’incendio, non solo attraverso reperti di fastosi marmi e affreschi, ma anche, e per la prima volta, con un video che ne ipotizza una ricostruzione in 3D. La mostra si chiude – ma può essere anche l’inizio della visita – al II ordine del Colosseo con la storia del grande incendio del 64 d.C. e la costruzione della Domus Aurea.
Inoltre i visitatori, e questa è la grande novità, potranno avvicinarsi ai settori delle residenze neroniane ancora in corso di scavo. In particolare al cantiere sugli Orti Farnesiani, dove sono riemersi importanti resti della Domus Tiberiana, il Palazzo dove Nerone visse insieme al patrigno Claudio, che lo adottò, e alla madre Agrippina e dove fu proclamato imperatore. Inoltre sulla Vigna Barberini si potrà vedere dall’alto – e approfondire attraverso un filmato – quanto resta della ipotizzata Coenatio rotunda, la famosa sala da pranzo girevole nominata da Svetonio, riemersa dagli scavi alla fine del 2009.
La mostra, che riunisce poco meno di 200 pezzi tra sculture, rilievi, affreschi, dipinti e reperti di recenti scavi, è curata da Maria Antonietta Tomei e Rossella Rea, e si è avvalsa di un comitato scientifico di illustri studiosi (Heinz-Jürgen Beste, Andrea Giardina, Henner von Hesberg, Clementina Panella, Marisa Ranieri Panetta, Alessandro Viscogliosi) presieduto dal Direttore generale per le antichità Luigi Malnati e coordinato dalla Soprintendente, Anna Maria Moretti.
Nerone: nota biografica
Nerone (37-68 d.C.) prese questo nome solo nel 50 d.C., quando fu adottato da Claudio, che aveva sposato sua madre Agrippina Minore nel 49, dopo la condanna a morte di Messalina nel 48; fino ad allora egli era stato Lucio Domizio Enobarbo, ossia un nobile vicino alla famiglia imperiale ma con poche chance di salire al trono, anche se, tramite la madre, discendeva direttamente da Augusto. Se, alla morte di Claudio, nel 54 egli sopravanzò Britannico, il figlio di Claudio e Messalina, fu proprio grazie ad Agrippina. Il regno di Nerone conobbe due fasi: dei primi cinque anni c’è una memoria positiva, l’imperatore governò in accordo con il Senato grazie a consiglieri esperti come Seneca. Tra il 59 e il 62 il principe mostrò però un nuovo volto: fece uccidere la madre (59), ruppe con il Senato e lo scandalizzò esibendosi in pubblico mentre cantava e suonava la cetra. Nerone ottenne così il favore popolare, ma non evitò la crisi con il Senato, che sfociò nel 65 in una prima grave congiura. Le frequenti stravaganze, le condanne a morte di molti senatori, i sospetti sull’incendio del 64 e le difficoltà nell’approvvigionamento di Roma causarono la sua fine. Nel 68 Nerone non seppe reagire alle prime ribellioni nell’esercito e il Senato lo depose, inducendolo a uccidersi. Con Nerone finì la dinastia giulio-claudia: egli si era sposato tre volte (con Claudia Ottavia, la sorella di Britannico, messa a morte nel 62, con Poppea Sabina, già sua amante, uccisa con un calcio nel 65, mentre era incinta, e infine con Statilia Messalina, che gli sopravvisse), ma non lasciò eredi.
L’idea centrale della mostra
Figura dalla personalità contrastante, come ben si coglie dalle testimonianze letterarie degli autori antichi ai quali è stato dato il giusto risalto nel percorso espositivo, Nerone era certamente uomo di notevole talento, di grande ingegno e di ancor più grande energia, qualunque siano state le sue innegabili e numerose colpe. Dopo la sua morte molte delle statue che lo raffiguravano furono distrutte, il suo nome fu cancellato dalle iscrizioni, la sua testa radiata sul Colosso fu sostituita con quella del rude Vespasiano. Sebbene fino ai nostri giorni si sia perpetuata l’immagine di Nerone matricida, distruttore apocalittico di Roma, mostruoso nemico di Cristo sotto il cui regno subirono il martirio i santi Pietro e Paolo, Nerone godette di un’esistenza postuma che non ha eguali nell’antichità.
Se gli episodi più sensazionali e scandalosi della sua vita hanno colpito e interessato i posteri fino ai giorni nostri, sia pure in una luce fosca in parte aumentata da una tradizione letteraria ostile, questo è stato possibile perché lo stesso Nerone , che “ambiva all’immortalità e alla fama imperitura”, come dice Svetonio (Nerone, 55), ne fu in gran parte il drammaturgo.
È per questo che la mostra sull’ultimo imperatore giulio-claudio – che si caratterizzò nel corso del suo regno (54-68 d.C.) per un’attività edilizia straordinaria, che lasciò un segno profondo nella storia dell’architettura e dell’urbanistica – vuol far rivivere Nerone nei luoghi in cui visse e operò. E soprattutto a Roma, nell’area del Foro romano-Palatino e nella valle del Colosseo questo è possibile, non solo perché qui si pone il centro dell’impero, ma anche perché gli scavi effettuati, e ancora in corso, stanno riportando alla luce importanti settori delle costruzioni neroniane.
Il secondo grande tema della mostra è per l’appunto Roma, con i grandiosi programmi edilizi avviati dall’imperatore dal 64 al 68 d.C. e che hanno fortemente contribuito a ridisegnare il piano urbanistico della capitale. Il tema è affrontato in maniera esaustiva nel II ambulacro del Colosseo dove le numerose scoperte archeologiche e i recenti studi condotti sulla Domus Aurea consentono di offrire al pubblico un quadro aggiornato dello stato delle conoscenze.
Al Colosseo sono allestiti i settori espositivi dedicati a due aspetti peculiari del regno di Nerone: il grande incendio del 64 e la costruzione della Domus Aurea, la vasta residenza rimasta incompiuta. Nell’opinione comune la Domus Aurea coincide con il solo padiglione conservatosi ai piedi del colle Oppio: lungo il percorso espositivo sarà possibile apprezzarne la reale estensione, dal colle Palatino fino all’attuale area della Basilica di S. Clemente attraverso l’altura della Velia, il colle Oppio, la valle del Colosseo e il Celio. Una dimora formata da vari nuclei, in gran parte già di proprietà del demanio imperiale, e da ampi spazi verdi aperti agli abitanti della Capitale.
L’evolversi del disastroso incendio è seguito, sulla base del resoconto di Tacito, dal primo focolaio divampato nel Circo Massimo nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 64 fino all’estinzione, nove giorni dopo, e alla constatazione dei danni: le cospicue tracce dell’incendio rinvenute nella valle del Colosseo e lungo le pendici orientali del Palatino nel corso degli scavi condotti dal 1986 a oggi, sono per la prima volta offerte al grande pubblico. Dagli scavi è emersa una porzione di Roma, edifici pubblici e abitazioni private, i cui resti sono parte del percorso espositivo. Rimosse le macerie, Nerone avvia la costruzione della Domus, di cui sono illustrate anche le tecniche costruttive ed esposti alcuni pregevoli arredi scultorei.
Il lusso e lo sfarzo della residenza romana caratterizzano anche le ville laziali di Nerone, ad Anzio e a Subiaco, e si riflettono, reinterpretati secondo un gusto provinciale, nella pittura pompeiana, di cui sono esposti numerosi esempi.
Il percorso si apre e si chiude con video che propongono, all’ingresso, le più recenti ipotesi ricostruttive in 3D della Domus Aurea e, all’uscita, una selezione di immagini tratte dalla cinematografia cui si deve, in gran parte, il radicarsi nell’immaginario collettivo di un Nerone folle, istrionico, a tratti patetico.
Sulla parete esterna della Curia, visibile da via dei Fori imperiali, durante tutto il periodo della mostra verranno proiettate delle immagini di Nerone, nelle ore serali, a cura di Livia Cannella.
Il progetto d’allestimento della mostra è realizzato dall’architetto Andrea Mandara, il progetto illuminotecnico degli spazi espositivi è curato dall’architetto Alessandro Grassia.
L’ideazione e la selezione di immagini dell’antologia cinematografica Nerone superstar, proiettato al Tempio di Romolo e al Colosseo, sono di Raffele Rivieccio, con la collaborazione di Flavio Barbaro.
I video che riprongono le ipotesi ricostruttive in 3D della Domus Aurea e della Domus Transitoria sono realizzate dalla Studio associato degli architetti Stefano Borghini e Raffaele Carlani (Progetto KatatexiLux). La realizzazione del video sulla Coenatio rotunda è stato realizzato dalla Imagimotion su rilievo e modellazione tridimensionale a cura di Tecno-Art.
Il volume pubblicato da Electa, curato da Rossella Rea e Maria Antonietta Tomei, focalizza, così come la mostra, l’attenzione su alcuni aspetti positivi del Principato di Nerone, quali furono la politica economica, la profonda cultura ellenica, l’attenzione per la diffusione della cultura presso ogni ceto sociale, il disinteresse per gli spettacoli cruenti e, infine, il portato innovativo della politica urbanistica e delle concezioni architettoniche, la prima vòlta a una razionale ricostruzione della città, con eccessiva frequenza devastata dagli incendi, le seconde finalizzate a rimodellare la natura in funzione delle esigenze dell’uomo. I contributi sono firmati da: Andrea Giardina, Marisa Ranieri Panetta, Giacomo Agosti, Jerzy Miziołek, Giuseppe Pucci, Clementina Panella, Alessandro Viscogliosi, Henner von Hesberg, Andrea Carandini, Heinz-Jürgen Beste, Matteo Cadario, Irene Bragantini, Emanuele Berti.
In breve le sezioni della mostra:
Curia Iulia: i ritratti/la famiglia/la leggenda nera: Nerone nella pittura storica
Tempio di Romolo: Nerone nel cinema
Criptoportico neroniano: il lusso del palazzo imperiale/la propaganda
Museo Palatino: il lusso del palazzo imperiale
Colosseo: prima, durante e dopo l’incendio/le residenze di Nerone
Orari
Dal 12 aprile al 31 agosto: 8.30-19.15 (ultimo ingresso ore 18.15). Dal 1° settembre al 18 settembre: 8.30-19.00 (ultimo ingresso ore 18.00).
Venerdì Santo chiusura anticipata alle ore 14.00 (ultimo ingresso ore 13.00). Non si effettua chiusura settimanale. La biglietteria chiude un’ora prima.
Ingresso
Intero €12,00; ridotto € 7,50
Lo stesso biglietto consente l’accesso al Colosseo, al Palatino e al Foro romano
Informazioni e visite guidate
tel. +39.06.39967700
www.pierreci.it