A Montalto di Castro (Viterbo) il microscavo della cosiddetta “tomba dello scarabeo d’oro” (che ospita i resti di una bambina di circa dieci anni) ha appena portato alla luce tutto lo splendore di un corredo funebre intatto del VI secolo a.C.: sono stati rinvenuti due scarabei (uno dei quali, appunto, d’oro) egizi, una collana in ambra fenicia, fibule e vasellame di rara fattura.
Gli archeologi hanno formulato l’ipotesi che la defunta fosse una principessa della nascente aristocrazia etrusca; di lei restano solo alcune ossa incombuste avvolte in un prezioso telo.
Il microscavo ha fatto seguito alla scoperta della sepoltura avvenuta nel febbraio scorso nel parco archeologico di Vulci (che fa parte della Soprintendenza per l’Etruria meridionale del Lazio) e sottratta all’ultimo momento al saccheggio dei tombaroli. A partire dal 4 aprile un gruppo internazionale di archeologi darà vita a una nuova campagna di scavo, tesa alla valorizzazione della necropoli dell’Osteria.
Il tesoro della principessa etrusca
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