Trovata una moneta nell’arena di Verona

arena_veronaA tutt’oggi non conosce la data di costruzione dell’arena di Verona (in foto), simbolo della città scaligera. Infatti la mancanza di fonti scritte sull’inaugurazione dell’anfiteatro rende molto difficile fornire una cronologia sicura; in passato sono emerse date molto differenti, comprese in un periodo di tempo che va dal I al III secolo d.C.. A questa conclusione si è giunti in base ai reperti ritrovati nell’arena; recentemente è stato scoperto un’altro indizio: una sesterzio del I secolo emeso dall’imperatore Claudio. L’articolo che vi proponiamo descrive questa scoperta; è stato scritto da Camilla Bertoni tratto e pubblicato sul Corriere del Veneto.

Arena, il sesterzio ritrovato diventa un nuovo indizio. «È più antica del Colosseo»

VERONA – Di per sé non valeva molto all’epoca in cui fu coniato, perché era solo un sesterzio in bronzo che aveva un potere d’acquisto inferiore ai denari d’argento. Ma oggi per archeologi e numismatici quel sesterzio significa un riferimento per una più precisa datazione dell’Arena di Verona. Il prezioso reperto è stato ritrovato, insieme ad altri, durante gli scavi in corso negli arcovoli 58, 59 e 60 dell’anfiteatro veronese, i cui esiti sono stati presentati dal soprintendente ai Beni Archeologici del Veneto Vincenzo Tinè giunto in sopralluogo e dal vicesindaco Stefano Casali. «La moneta ritrovata nell’arcovolo 60 – ha spiegato Antonella Arzone del Museo di Castelvecchio – è probabilmente stata coniata tra il 41 e il 42 dopo Cristo, e porta il ritratto dell’imperatore Claudio». «Questo significa – ha detto Brunella Bruno direttrice del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto – che, poiché la moneta è stata ritrovata a un livello che crediamo corrisponda a quello di cantiere costruttivo dell’Arena, abbiamo un termine a partire dal quale poter datare l’anfiteatro romano di Verona. Si conferma insomma l’idea dell’età giulio- claudia già ipotizzata anche per il legame che l’imperatore Claudio aveva con Verona, ipotesi per la quale non avevamo finora però conferma».

Ciò significa che se prima si supponeva che l’Arena fosse più vecchia del Colosseo, ora si ha la certificazione ufficiale. E l’arcovolo 59 continua a rivelare sorprese, perché è emersa anche un’anfora, un’olla per la precisione, databile sempre alla prima metà del primo secolo: «Si tratta con tutta probabilità – ha spiegato ancora Brunella Bruno – di un’offerta benaugurale di cantiere, un rito che ha origini fin dall’età neolitica ». Sono stati rinvenuti altri oggetti in osso, pettini per acconciature e manici di ventagli risalenti all’alto medioevo. Diversa la situazione per l’arcovolo 60: «Mentre nel 59 abbiamo potuto trovare sotto un pavimento moderno elementi coevi alla costruzione dell’Arena, nel 60 abbiamo potuto lavorare nell’unico caso di stratificazione esistente che ci permette di ricostruire con elementi materiali la storia nei secoli dell’Arena». Si conferma sull’utilizzo dell’Arena quanto già conosciuto attraverso le fonti scritte, e si scopre che risale già a quel tempo «l’uso di contravvenire alle regole imposte dagli statuti che vietavano di gettare per esempio fango e scarti di macelleria negli arcovoli. Ma fango e scarti sono stati invece ritrovati».

Il che conferma dunque che gli arcovoli fossero usati per ospitare attività commerciali in un’età che va dal 1000 al 1600 almeno, ha spiegato ancora Tinè, e il palinsesto di questa stratificazione racconta i dettagli di questi usi. «Questa occasione di archeologia preventiva – ha spiegato il conservatore dell’Arena per il Comune di Verona Sergio Menon – nasce dalla necessità di installare una nuova cabina e nuovi quadri elettrici, togliendo il vecchio deposito di un bar». Soddisfatto il soprintendente Tinè per le indagini che il Comune sta realizzando nell’Arena, che vanno tra l’altro in parallelo con quelle che si stanno conducendo anche nell’arena di Padova. E soddisfatto anche, dopo le tensioni viste a ottobre per le richieste di regolamentare maggiormente l’uso dell’Arena, per l’atmosfera più distesa nei rapporti tra Comune e soprintendenza che si è respirata ieri: «È importante capire che gli impresari musicali vanno contenuti. Il tavolo tecnico sulle regole da stabilire per i palchi musicali – ha detto Tinè – di fatto sta andando avanti. Ed è interesse di entrambi arrivare a stilare insieme delle regole condivise».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.