28 luglio 1914, il suicidio dell’Europa

prima_guerra_giornaliEsattamente cento anni fa, il 28 luglio 1914, l’Austria dichiarò guerrà alla Serbia: fu l’inizio della prima guerra mondiale.
Era passato solo un mese da quando l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia furono uccisi a Sarajevo il 28 giugno dal diciannovenne Gavrilo Princip. Il luttuoso attentato diede il pretesto agli Stati europei per accendere la miccia alle tensioni e alle rivalità accumulate nel tempo, che furono la causa profonda della prima guerra mondiale. Infatti è quasi certo che, anche senza l’attentato di Sarajevo, la prima guerra mondiale sarebbe scoppiata ugualmente, anche se più tardi.

Nel 1914 molti politici e uomini d’affari erano pienamente consapevoli che la guerra poteva trasformarsi in un disastro economico e quindi erano favorevoli alla pace. Ma molte altre categorie (intellettuali, studenti, militari, piccoli borghesi, …) spinsero le nazioni europee a combattersi. Queste categorie erano convinte che un conflitto limitato potesse avere portare solo dei benefici; ad esempio la classe politica austriaca vedeva nella guerra un modo per sviare l’attennzione dai problemi interni all’impero.
Il conflitto ebbe vincitori e vinti, ma di fatto nel medio-lungo periodo il continente europeo ne uscì interamente sconfitto. Infatti la guerra segnò la fine dell’egemonia dei paesi dell’Europa occidentale (che nel 1913 dominavano in forma diretta o indiretta l’84% delle terre emerse) e promosse Stati Uniti ed Unione Sovietica al ruolo di superpotenze. Basti pensare che nel 1918 la guerra si risolse soltanto grazie all’intervento degli Stati Uniti d’America, iniziato nell’aprile 1917.

Inoltre la prima guerra mondiale causò altri eventi nefasti come l’iperinflazione tedesca del 1922-23 (indirettamente causata dalle esose riparazioni di guerra imposte alla Germania), la crisi del ’29 e l’insorgere di ideologie deleterie come il nazismo e il comunismo, che finirono per animare dei regimi criminali le cui nefandezze sono ormai ben conosciute. Fu quindi dal primo conflitto mondiale che si ingenerò il secondo, costato 55 milioni di morti e anch’esso risolto solo in seguito all’intervento degli Stati Uniti. Poi arrivò la guerra fredda, al termine della quale l’Europa era materialmente più ricca ed istruita di prima, ma la sua importanza non era minimamente paragonabile a quella raggiunta nel 1913. Il controllo diretto o indiretto del globo era ormai perduto e l’economia di tutta l’Europa occidentale risultava ormai inferiore a quella degli Stati Uniti, che ormai restavano l’unica grande potenza mondiale.

È comunque probabile che gli Stati Uniti sarebbero diventati egemoni (anche se in tempi più lunghi) anche se la prima guerra mondiale non fosse mai scoppiata. Infatti già dagli ultimi decenni dell’Ottocento molti ne ebbero sentore; ad esempio nel 1884 Egisto Rossi, dopo un viaggio negli Stati Uniti, scrisse:

L’americanismo che è quanto di più maschio e robusto vantino le schiatte anglosassoni, avrà presto il primato economico su tutto il globo, e costringerà le nazioni a subirne le conseguenze nel campo politico e sociale, poiché presso ciascun popolo oggimai tanto vale la sua politica, quanto gliela fa valere l’economia, di cui la prima non è che l’ancella devota. E gli Americani, ben consci di questo, preveggono già il tempo in cui la loro nazione dominerà dall’uno all’altro angolo del nuovo emisfero.

Quel che è certo è che la storia non si fa con i se, ma con i fatti. E quelli dicono che nel 1914 gli Stati europei, dando avvio a quella che papa Benedetto XV definì l’inutile strage, commisero suicidio. E la prima mossa di questo atto scellerato si consumò il 28 luglio 1914: cento anni fa, oggi.

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