Grecia, 50 euro in oro per Tirinto e Micene

Tirinto era una città dell’antica Grecia, situata nell’Argolide. La città ha origini antichissime e, secondo la mitologia, fu fondata da Preto, fratello di Acrisio. All’inizio dell’età del bronzo era già un centro molto importante; sopravvisse all’invasione dorica, avvenuta nel 1000 a.C. e cinque secoli dopo diede il suo contributo alla guerra contro i persiani, soprattutto in occasione della battaglia di Platea del 479 a.C. Tirinto fu infine distrutta dalle truppe di Argo intorno al 470 a.C.
Della città restano soltanto alcuni resti archeologici, come le mura e le rovine del palazzo reale, scoperto da Heinrich Schliemann e Christos Tsountas tra il 1884 e il 1885.

Anche Micene era una città dell’Argolide. Forse fu fondata da popolazioni pre-indeuropee oppure provenienti da Creta, dove già esisteva la ricca civiltà minoica. Secondo la mitologia, il fondatore di Micene fu Miceneo. In età protostorica la popolazione di Micene dominò su buona parte della Grecia tra il 2000 a.C. e il 1200 a.C. dando vita alla cosiddetta “civiltà micenea”. In questo periodo la città di Micene era un importante centro politico, economico e militare a carattere regionale (forse anche sovra-regionale); poteva vantare massicce fortificazioni, un importante palazzo ed una serie di complesse tombe in cui le personalità di riguardo erano sepolte con ricchi corredi.
Tra il 1200 e il 1100 a.C. la Grecia fu scossa da una fortissima crisi, dovuta all’invasione delle genti doriche, che provocò la totale scomparsa della scrittura e una forte diminuzione della popolazione e della ricchezza, nonché la distruzione della maggior parte delle città, inclusa Micene che subì almeno un importante incendio. Appare più che probabile una distruzione violenta ed un saccheggio della città entro la fine del XII secolo a.C., anche se non esistono prove inconfutabili in tal senso.
Dopo l’invasione, alcune popolazioni doriche si stanziarono nelle rovine della città, costruendo sopra le rovine. Micene, a differenza di altri importanti centri micenei (come Atene, Argo, Corinto) non si riprese e non tornò mai ad essere un centro importante. Divenne una piccola polis anche se, a differenza di Tirinto, fu comunque abitata con continuità.
Micene rimase piccola e poco importante per tutta l’età classica e quella ellenistica; partecipò con meno di cinquanta opliti alle guerre persiane e a quelle del Peloponneso. Durante l’età romana era ormai ridotta ad un piccolo borgo spopolato, almeno secondo la descrizione fornitaci da Pausania nel II secolo d.C.
Nel V secolo la città, ormai ridotta a poche capanne e casupole, subì un secondo incendio, scomparendo e venendo parzialmente riedificata come borgata agricola nei secoli successivi, su un’altura poco distante.
Gli scavi archeologici furono avviati da Heinrich Schliemann, che nel 1874 scoprì le tombe di alcuni re di Micene, insieme ai loro corredi funebri, databili tra il XVI e il XII secolo a.C. Sull’acropoli sono stati rinvenuti la celebre porta dei Leoni, la tomba di Agamennone e il palazzo reale. Nello stesso luogo sono stati scoperti anche sigilli, ceramiche e tavolette con iscrizioni.

Oggi sia Micene che Tirinto fanno parte dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Nel 2013 la Grecia dedica ai siti archeologici di Micene e di Tirinto una moneta da 50 euro in oro puro. Pesa appena 1 grammo ed ha un diametro di 14 millimetri. Disegnata da G. Stamatopoulos, la moneta ha una tiratura di soli 1.000 pezzi. Il prezzo di emissione è di 75 euro.

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