40 anni dalla scoperta dei Bronzi di Riace

Ricorre quest’anno il quarantennale della scoperta dei Bronzi di Riace, i due splendidi guerrieri divenuti negli anni il simbolo della Calabria. Era il 16 agosto 1972 quando il sub dilettante Stefano Mariottini intravide una statua insabbiata a 300 metri dalla spiaggia di Riace, sulla costa jonica reggina. Nelle immediate vicinanze, a dieci metri circa di profondita’, intravide anche l’altra. Avvertì subito i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale e la Soprintendenza ai Beni archeologici.

Le descriveva così: ”Le due emergenti rappresentano delle figure maschili nude, l’una adagiata sul dorso, con viso ricoperto di barba fluente, a riccioli, a braccia aperte e con gamba sopravanzante rispetto l’altra. L’altra risulta coricata su di un fianco con una gamba ripiegata e presenta sul braccio sinistro uno scudo. Le statue sono di colore bruno scuro salvo alcune parti più chiare, si conservano perfettamente, modellato pulito, privo di incrostazioni evidenti. Le dimensioni sono all’incirca di 1,80 cm”. Si era sbagliato di poco. I due guerrieri sono alti 205 centimetri e 198 centimetri. Da subito era evidente che si trattava di una scoperta di eccezionale valore. I carabinieri estrassero dalla sabbia le due statue il 20 agosto con un sistema di palloni gonfiati a gas. I bronzi vennero ripuliti a Firenze ed erano così belli che il Presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1980 li volle esporre al Quirinale. Poi tornarono a Reggio Calabria, dove hanno trovato collocazione al Museo nazionale della Magna Grecia. Attualmente si trovano in una sala di palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, dove sono stati sottoposti a un nuovo intervento di restauro. Appena il Museo, nel frattempo in ristrutturazione, sarà completato, torneranno finalmente a casa.

Di recente il Cipe ha sbloccato i fondi per terminare palazzo Piacentini, sede del museo, e con un’ulteriore somma messa a disposizione dalla Regione Calabria sarà possibile finire anche l’allestimento. La riapertura è prevista tra la fine dell’anno e la prossima primavera. ”Stiamo preparando la casa dei Bronzi che rappresentano sempre di più un grande simbolo della civiltà occidentale, che la Calabria ha l’onore di custodire e l’onere di valorizzare”, commenta all’Adnkronos l’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri. Per celebrare il quarantennale del ritrovamento delle due statue, a Riace è stato organizzato un convegno dal titolo provocatorio ”Due Bronzi da quarant’anni tra i piedi”. Uni dei relatori sarà Giuseppe Braghò, studioso delle due opere e autore di inchieste sull’argomento. ”I bronzi – dice Caligiuri – sembrano più d’impaccio che una gioia. Non sono stati gestiti bene in passato, a causa dell’immobilismo della vecchia Soprintendente per 25 anni. Solo ora iniziano a esserlo con l’ultimo restauro. Non hanno mai reso come avrebbero dovuto”. Bragho’ propone una progettualità per estenderne la conoscenza ed e’ a favore del loro ”prestito” in altre citta’, argomento sempre molto osteggiato quando anche in passato se ne è parlato. ”I Bronzi di Riace – sostiene lo studioso Giuseppe Braghò – non sono solo dei reggini e dei calabresi ma un bene comune. La cultura non ha altra via che quella dello scambio”. A chi sostiene che il trasporto sarebbe rischioso per la loro fragilità, Braghò replica che ”i Bronzi sono fortissimi e poi con le nuove tecnologie potrebbero portarli ovunque senza rovinarli”. Lo studioso nel convegno che si terra’ a Riace il 17 agosto avanzera’ delle proposte. La prima è l’istituzionalizzazione di un seminario biennale di archeologia subacquea. Pensa poi alla creazione di una scuola stabile di archeologia subacquea con specializzazione di foto-cinematografia. Infine propone un centro nazionale permanente di studio e protezione del patrimonio culturale sommerso che si occupi della ricerca, tutela e valorizzazione dei beni e dei relitti sommersi. Al convegno sarà presente il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che però è scettico. ”Riace è stata depredata delle statue, ho vissuto questo momento con amarezza”, è lo sfogo del primo cittadino Mimmo Lucano sul ritrovamento delle statue dei due guerrieri e soprattutto sul loro rientro in Calabria che non ha più interessato il luogo del ritrovamento ma la città di Reggio al museo nazionale della Magna Grecia. ”Il turismo che doveva scatenarsi non si è sviluppato, non credo che avverrà ora. Ho grande rispetto per le statue, che sono di indubbio valore storico. Ma oltre al restauro – prosegue il sindaco di Riace – non si è più investito su nulla”. La comunità di Riace è nota per avere accolto nel suo borgo gli immigrati di nazionalità curda e avere fatto rivivere proprio grazie a loro il centro che si stava spopolando. ”Io – dice Mimmo Lucano- preferisco i bambini che con il loro sorriso ci hanno riempito di sensibilita’ umana più di ogni altra cosa”.

Fonte: www.strettoweb.com