Cornuto piemontese: non è un insulto ma una moneta

“Cornuto” era il nome popolare della moneta d’argento da mezzo testone, emessa in Piemonte tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Era detto anche “cornabò”, cioè “corna di bue” in piemontese.

La moneta presentava al dritto il ritratto di un santo a cavallo e al rovescio uno scudo araldico con cimiero alato. Proprio queste ali erano popolarmente chiamate corna, da cui il soprannome. In alcuni casi il cimiero era ornato da corna di cervo.

Il cornuto fu coniato a Torino e Vercelli da Carlo III duca di Savoia (1486-1553), a Casale Monferrato dai marchesi di Monferrato (1494-1533), a Carmagnola dai marchesi di Saluzzo (1475-1537), a Messerano e Crevacuore dai Fieschi (1521-1532) e nella zecca abbaziale di Montanaro dall’abate Bonifacio Ferrero (1529-1543).

In Svizzera un cornuto fu coniato nel vescovato di Losanna da Sébastien di Monfaucon che fu vescovo dal 1517 al 1536. Non presenta la data e fu probabilmente coniato per i commerci con il Piemonte e la Savoia.

In basso: un cornuto di Casale Monferrato, coniato dal marchese Guglielmo IX (1494-1518).
Al dritto vi è uno stemma sormontato da elmo coronato e corna. Al rovescio san Teodoro a cavallo che combatte contro un drago.

In basso: un cornuto di Carmagnola, coniato dal marchese Michelantonio di Saluzzo (1504-1538).
Al dritto vi è un elmo ornato con un drago coronato ad ali spiegate. Al rovescio san Costanzo a cavallo con stendardo.