L’India celebra il ritorno di Gandhi

Nell’aprile 2015 l’India ha emesso una moneta da 10 rupie per celebrare il 100° anniversario del ritorno di Gandhi dal Sudafrica, paese in cui il Mahatma soggiornò dal 1893 al 1915.
Nel 1893 la ditta indiana Dada Abdullah & C. lo incaricò di difendere una causa in Sudafrica. Lì Gandhi entrò in contatto con la segregazione dei neri, ma soprattutto con il pregiudizio razziale e con le condizioni di semi-schiavitù nelle quali vivevano i suoi 150.000 connazionali. Egli stesso subì degli abusi: prima fu espulso da un tribunale perché aveva rifiutato di togliersi il turbante, poi fu cacciato da un treno in quanto non accettò di passare dal vagone di prima classe (per cui aveva comprato il biglietto) a quello di terza classe in cui venivano confinati neri e indiani. Poi fu picchiato su una diligenza perché voleva viaggiare insieme ai passeggeri europei. Questa situazione causò in Gandhi un’evoluzione interiore profonda, che lo spinse all’impegno civile.
Così il Mahatma promosse petizioni contro la legge con cui il Natal abolì il diritto di voto degli indiani e tassò pesantemente coloro che a fine contratto non facevano ritorno in patria. Nel 1893 Gandhi fondò il Natal Indian Congress di cui divenne segretario; questa organizzazione trasformò la comunità indiana in una forza politica omogenea. Nel 1899, agli inizi della seconda guerra boera, Gandhi dichiarò che gli indiani dovevano sostenere lo sforzo della guerra per legittimare la loro richiesta di cittadinanza.; quindi organizzò un corpo di ambulanzieri volontari composto da 300 indiani liberi e 800 coolie indiani. Ma alla fine della guerra la situazione degli indiani in Sudafrica non migliorò, anzi andò peggiorando.
Nel 1903 Gandhi contribuì alla fondazione del giornale Indian Opinion. L’anno seguente fondò l’ashram di Phoenix, una fattoria in cui si praticavano la vita monastica, la povertà volontaria, il lavoro manuale e la preghiera. Nel 1906 Gandhi fece voto di castità per affrancarsi dai piaceri della carne, elevare lo spirito e liberare energie per le attività umanitarie.
Sempre nel 1906 il governo del Transvaal votò una nuova legge chiaramente razzista, che obbligava gli indiani residenti nella regione ad essere schedati. Durante una protesta all’Empire Theatre of Varieties di Johannesburg, l’11 settembre 1906 Gandhi adottò per la prima volta la sua metodologia della non violenza (satyagraha): chiamò i suoi compagni a sfidare la nuova legge e a subire le punizioni previste, senza ricorrere alla violenza. La lotta durò sette anni. Migliaia di cinesi e di indiani, tra cui lo stesso Gandhi, furono imprigionati e frustati per aver scioperato, per essersi rifiutati di iscriversi, per aver bruciato la propria carta di registrazione o per aver resistito in maniera non-violenta. Alcuni di essi furono persino uccisi.
Le manifestazioni di protesta si intensificarono quando il governo del Transvaal rese illegali i matrimoni tra non cristiani; la disobbedienza culminò nel 1913 con lo sciopero e la marcia delle donne indiane. Malgrado il successo della repressione da parte del governo sudafricano, l’opinione pubblica reagì con vigore ai metodi estremamente duri applicati contro i pacifici manifestanti. Finalmente il generale Jan Christiaan Smuts fu obbligato a negoziare un compromesso con Gandhi: i matrimoni misti tornarono legali e fu abolita la pesante tassa (equivalente a sei mesi di salario) imposta agli indiani che volevano diventare lavoratori liberi.
Gandhi lasciò il Sudafrica nel 1914, giungendo in Inghilterra al momento dello scoppio della prima guerra mondiale. Offrì il suo aiuto nel servizio di ambulanza, ma una pleurite mal curata lo costrinse a tornare in India. Vi giunse il 9 gennaio 1915, sbarcando nel porto di Mumbai dove venne festeggiato come un eroe nazionale.

La moneta è bimetallica (cupronickel e bronzo-alluminio), pesa 8 grammi ed ha un diametro di 27 millimetri. La tiratura non è stata resa nota.

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