È appena stato pubblicato il libro “Monete e zecca nella terra di Lanciano. Un particolare caso di demanialità sub signo Aragonum (1441-1554)”. L’opera è firmata da Simonluca Perfetto ed è pubblicata dalla casa editrice Rocco Carabba di Lanciano (Chieti).
Si è discusso per decenni (o meglio per secoli) sulla consistenza della zecca di Lanciano, ma la sua natura e le sue monete erano rimaste un mistero, tanto che ormai si stava decretando il suo oblio senza appello. Contro corrente, nel presente volume l’autore, oltre a individuare numerosi esemplari emessi da questa importante zecca, ne ripercorre storia e bibliografia, nel tentativo di mettere a fuoco quell’alone feudale che, sin dagli inizi del regno aragonese, ha permeato la formidabile demanialità lancianese.
Dai documenti degli archivi italiani e da quelli della biblioteca comunale di Lanciano è emerso che la zecca di questa gloriosa università fu l’officina personale del sovrano e degli Aragonesi, in perfetta simmetria con la zecca di Rocca San Giovanni al servizio degli Avalos. Questi luoghi frentani rappresentarono il perno della politica orientale aragonese tra i secoli XV e XVI, quali sedi della pubblicità monetaria dello Stato. Questo studio ha profilato una vera e propria “riforma storica e numismatica”, che inevitabilmente cassa gran parte della precedente letteratura sulle zecche meridionali.
Il libro è composto di 110 pagine; contiene quattro capitoli su Lanciano, preceduti da una presentazione a cura di Domenico Maria Del Bello e seguiti da un capitolo conclusivo a cura di Bruno Sulli. Completano il volume tre appendici: una documentaria, una numismatica e una fotografica.