Pierre Mendès France (1907-82)


Foto tratta dal sito cbl-grenoble.org


Le origini

Nato da un’antica famiglia ebraico sefardita di origine portoghese dal nome di “Mendes de França”.
Si segnala già nel 1928, quando terminati gli studi di giurisprudenza e dopo essere passato per la libera scuola di scienze politiche diventa – a soli 21 anni – il più giovane avvocato di Francia. Particolarmente interessato alle questioni economico-finanziarie sostiene nel marzo 1928 una tesi sulla politica di risanamento del franco francese condotta da Raymond Poincaré, della quale evidenzia tuttavia le pesanti conseguenze economiche e sociali (a tal proposito, potete leggere anche Breve storia del franco francese).

Le prime esperienze politiche
La militanza politica di Pierre Mendès France inizia già all’epoca degli studi: egli diventa uno dei dirigenti della della Lega d’Azione Universitaria Repubblicana e Socialista, un movimento studentesco di opposizione all’estrema destra, molto attivo a Parigi nel quartiere latino alla fine degli anni 20.
Fin dall’età di 16 anni è iscritto al Partito Radicale
Deputato del dipartimento dell’Eure dal 1932 e sindaco di Louviers dal 1935, Mendès France assume la presidenza della commissione per le dogane della Camera dei deputati, prima di essere nominato segretario di Stato al Tesoro nel secondo effimero governo di Léon Blum dal 13 marzo all’8 aprile 1938). Elabora con il direttore del gabinetto di Blum, Georges Boris, un audace progetto di riforma economica che punta al rilancio degli investimenti militari e per la prima volta fa riferimento ai precetti di John Maynard Keynes. Molto contestato questo progetto sarà respinto dal senato, causando la caduta del governo.

La seconda guerra mondiale
Al momento della dichiarazione di guerra Mendès France è deputato. Egli viene tuttavia arruolato come ufficiale nell’aviazione. Egli è uno di quelli che vuole continuare la guerra nell’Africa settentrionale, e infatti anziché raggiungere Vichy per partecipare all’Assemblée Nationale che il 10 luglio 1940 segnerà la fine della Terza Repubblica agonizzante, nel giugno 1940 insieme ad altri ventisette deputati raggiunge l’Algeria a bordo del piroscafo Massilia. Ma si tratta di un tranello, perché allo sbarco è arrestato per ordine del generale Noguès. Ricondotto in Francia, è processato e condannato a Clermont Ferrand per diserzione da un tribunale militare al servizio del regime di Vichy. La scandalosa condanna suonerà per Mendès, che più di ogni altro voleva imbracciare le armi e combattere per il proprio Paese, come uno schiaffo bruciante.
Riesce però ad evadere nel 1941 e raggiunge a Londra le forze aeree libere francesi. Egli continua a battersi come capitano pilota osservatore. Egli guiderà un raid sulla periferia parigina nell’ottobre del 1943. Il generale De Gaulle lo nomina nel 1943 commissario alle finanze nel Comitato francese di liberazione nazionale di alfieri. Egli rappresenta la Francia alla conferenza di Bretton Woods prima di essere nominato ministro dell’economia nazionale del Governo provvisorio della Repubblica francese a partire dal 4 settembre 1944.

La Quarta Repubblica e il governo Mendès France
A partire dall’ottobre 1950, dopo la sconfitta di Cao Bang, Mendès France denuncia fortemente all’Assemblea nazionale l’impegno militare francese nella Guerra di Indocina e diviene uno dei principali oppositori del conflitto.
Dopo un primo tentativo infruttuoso di formare un proprio governo nel 1953, Mendès France è finalmente nominato dal capo dello Stato René Coty presidente del consiglio il 18 giugno 1954, ossia soltanto qualche settimana dopo la disfatta francese di Diên Biên Phu. Egli riceve l’incarico preciso di concludere la pace in Indocina. Otterrà una maggioranza parlamentare estesa anche ai comunisti, ma il governo Mendès France rimarrà in carica soltanto sette mesi e mezzo. Entrerà comunque nella storia come uno dei momenti forti della Quarta Repubblica.
Nel suo discorso di investitura Mendès France si impegna a raggiungere un successo nelle trattative di pace entro 30 giorni, e assume dunque direttamente la guida del Ministero degli Esteri. Il 20 luglio 1954 si giunge agli Accordi di Ginevra che pongono fine al conflitto e sanciscono la divisione del Vietnam in due Stati con il confine posto all’altezza del 17° parallelo. Risolta la crisi indocinese, Mendès France avvia delle trattative per giungere all’indipendenza della Tunisia.
Sul piano istituzionale Mendès France persegue una razionalizzazione del regime parlamentare della IV Repubblica con un tentativo di riequilibrio ottenuto rafforzando l’esecutivo. Egli rifiuta il principio della doppia investitura, secondo il quale il presidente del Consiglio incaricato si presentava due volte davanti alla camera, dapprima solo e poi con l’intero governo, egli denuncia i mercanteggiamenti che tali sistema favorisce. Egli riesce a modificare la costituzione del 1946 su questo aspetto nonché sul diritto di scioglimento della camera
Il governo Mendès France occupato principalmente nel gestire i problemi internazionali non ha tempo di avviare sul piano socio-economico grandi riforme.
Poco tempo dopo, il 5 febbraio 1955, il suo governo cade sulla questione dell’applicazione dello Statuto dell’Algeria.
Mendès France sarà nuovamente ministro, con il ruolo di minsitro di Stato (ossia vice presidente del consiglio) nel governo di fronte repubblicano guidato da Guy Mollet, ma darà rapidamente le dimissioni per disaccordo con la politica algerina.

La Quinta Repubblica
Mendès France si oppone decisamente al progetto di costituzione elaborato dal terzo governo De Gaulle e conduce la campagna per il no al referendum del 28 settembre 1958, che i chiuderà con l’approvazione del progetto e la sua rapida promulgazione.
Mendès France sostiene la candidatura di François Mitterrand alle elezioni presidenzali del 1965, ed è eletto deputato di Grenoble nel 1967.
In occasione degli eventi del maggio 1968, Mendès France appare come una possibile ancora di salvezza in caso di crollo della Quinta Repubblica. Infatti, nei giorni in cui De Gaulle abbandona misteriosamente la Francia il nome di Mendès è evocato con insistenza come possibile capo di stato, a fianco di Mitterrand ipotetico primo ministro. Ma la sua apparizione silenziosa in occasione di una manifestazione allo stadio Charléty, il 27 maggio 1968, è oggetto di forti polemiche.
Alle elezioni legislative del 1968 perde il proprio seggio di deputato e, in seguito, lascia il PSU, partito con il quale non è più in sintonia. Dal 1972 si ritira – ormai malato – dalla vita politica.
Il 21 maggio 1981, nonostante le cattive condizioni di salute, è nel salone delle Feste dell’Eliseo ad assistere all’insediamento di François Mitterrand alla presidenza della Repubblica. Nell’abbracciarlo, il neo presidente pronuncia ad alta voce la frase: “Senza di Lei, tutto questo non sarebbe stato possibile”. A quel punto, Mendès non riece a trattenere le lacrime.
Morì poco più di un anno dopo, il 18 ottobre 1982.

A Pierre Mendès France è dedicata una moneta da 5 franchi emessa nel 1992, nel decennale della morte.

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Foto tratta dal sito della ditta parigina Cgb

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